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Initiatory symbology collects various forms of symbols: those that belong to an ancient tradition and that present themselves as a normalization of the past in a modernized key; those that derive from a pact between the members of the initiatory community and that guarantee the unity of the group, which are synchronized within the group itself; those that have the sense of projection to overcome the gnoseological limits of the group and its members, are traditional but through their character of…Read moreInitiatory symbology collects various forms of symbols: those that belong to an ancient tradition and that present themselves as a normalization of the past in a modernized key; those that derive from a pact between the members of the initiatory community and that guarantee the unity of the group, which are synchronized within the group itself; those that have the sense of projection to overcome the gnoseological limits of the group and its members, are traditional but through their character of semantic multiplicity offer new gnoseological opportunities. Silence is not part of the first category, because not all ancient or traditional initiatory groups used it ritually or considered it as a symbol and therefore could not have a normative function susceptible to modernization. It can be a crucial moment of the second when it is ritualized in the different phases of learning on the basis of an agreement connected to the creation of the ritual and forming itself as one of the synchronic fulcrums of the group, ensuring its unity. It can also belong to the third case when it takes on a traditional guise but having its own multidimensional semantics, in the communion of saying and silent pulses of new opportunities for initiatory growth. Silence in the initiatory context is a specific linguistic form that characterizes the entire path of the initiates. Within the group, they elaborate the syntax of silence, the morphology of tacitly expressed symbols, without fully explaining their meanings. Each symbol, or sign in the semiotic sense, has different meanings for the different phases of the initiation process. Each one belongs to a different type of relationship with what it refers to: it has a relationship of "similarity" such as the design of a team and compass that illustrates operational objects, of "proximity" when it manifests the operation of measuring and relating the relationships for which the object is intended, of "concordance" if it refers to the object within the knowledge of an architectural rule. The symbol as a special form of sign manifests itself (first phase of learning), as in the example, in iconographic-descriptive mode containing a meaning "dictated". It is an initiatory dictatio to be kept in silence in front of the essoteric world, of which the initiating is still permeated, the symbolism must be evoked without making explicit its intimate meanings, it is described but not fully exposed. It is the evocative, indeterminate and silent value that must stimulate the initiating in the search for meanings. The indetermination of silence destructures the essoteric, its thought its categories, criteria and values, leads to the desert of essoteric meanings as a way to the ontology of initiatory language. It is a stage of waiting, of referral to another world. We suspect meanings that in the next phase begin to manifest themselves in a more precise dictatio, a functional dictamen to represent the concept of measurement in its multiple meanings where the measure is assumed as symbolic-conceptual abstraction. Continuing, the sign in the form of an object strips itself of any factual and existential reference, of the communication of an abstraction or conceptual ideation and unmasks itself in its being an initiatory "rule". It is assumed, therefore, that initiatory improvement passes through the understanding of the signs, an understanding that is increasingly deeper and more comprehensive and that is autonomous and independent of the signs of the exoteric world. With regard to the symbolic-initiatic language, learning, from the apprenticeship phase to the following phases, focuses on the study of the formal relationships of symbols within initiatory gnoseology, on the meanings inherent in symbols and on their relationship with the initiatory community.
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La simbologia iniziatica raccoglie varie forme di simboli: quelli che appartengono a un’antica tradizione e che si ripresentano come una normalizzazione del passato in chiave modernizzata; quelli che derivano da un patto tra i membri della collettività iniziatica e che garantiscono l’unità del gruppo, che sono sincronici nell’ambito del gruppo stesso; quelli che hanno il senso di proiezione al superamento dei limiti gnoseologici del gruppo e dei suoi membri, sono tradizionali ma mediante il loro…Read moreLa simbologia iniziatica raccoglie varie forme di simboli: quelli che appartengono a un’antica tradizione e che si ripresentano come una normalizzazione del passato in chiave modernizzata; quelli che derivano da un patto tra i membri della collettività iniziatica e che garantiscono l’unità del gruppo, che sono sincronici nell’ambito del gruppo stesso; quelli che hanno il senso di proiezione al superamento dei limiti gnoseologici del gruppo e dei suoi membri, sono tradizionali ma mediante il loro carattere di molteplicità semantica offrono nuove opportunità gnoseologiche. Il silenzio non fa parte della prima categoria, perché non tutti i gruppi iniziatici antichi o tradizionali lo utilizzavano ritualmente o lo consideravano come simbolo e quindi non poteva avere una funzione normativa suscettibile di modernizzazione. Può essere momento cruciale del secondo quando viene ritualizzato nelle diverse fasi d’apprendimento sulla base di una pattuizione connessa alla creazione del rituale e costituendosi come uno dei fulcri sincronici del gruppo, assicurando la sua unitarietà. Può anche appartenere al terzo caso quando assume una veste tradizionale ma avendo una sua pluridimensionalità semantica, nella comunione del dicere e tacere pulsa di opportunità nuove per l’accrescimento iniziatico. Il silenzio nel contesto iniziatico è una forma linguistica specifica che caratterizza tutto il percorso degli iniziati. Questi elaborano all’interno del gruppo la sintassi del silenzio, la morfologia dei simboli espressi tacitamente, senza spiegare compiutamente i loro significati. Ogni simbolo, o segno in senso semiotico, ha delle diverse significazioni per le diverse fasi del percorso iniziatico. Ognuno appartiene a una diversa tipologia di rapporto con ciò a cui si riferisce: ha rapporto di “similarità” come il disegno di una squadra e compasso che illustra degli oggetti operativi, di “prossimità” quando manifesta l’operazione di misurazione e di relazione dei rapporti alla quale l’oggetto è destinato, di “concordanza” se rinvia all’oggetto dentro la cognizione di una regola architettonica. Il simbolo in quanto forma speciale di segno si manifesta (prima fase d’apprendimento), come nell’esempio, in modalità iconografico-descrittiva contenente un significato “dettato”. È una dictatio iniziatica da tenere nel silenzio di fronte al mondo essoterico , del quale l’iniziando è ancora permeato, la simbologia deve essere evocata senza esplicitarne i suoi intimi significati, la si descrive ma non la si espone compiutamente. È il valore evocativo, indeterminato e silenziato, che deve stimolare l’iniziando alla ricerca dei significati. L’indeterminazione del silenzio destruttura l’essoterico, il suo pensiero le sue categorie criteri e valori, porta al deserto dei significati essoterici come via all’ontologia del linguaggio iniziatico. È stadio di attesa, di rinvio a un mondo altro. Si sospettano dei significati che nella successiva fase incominciano a palesarsi in una dictatio più precisa, un dictamen funzionale a rappresentare il concetto di misurazione nelle sue plurime significanze ove la misura è assunta come astrazione simbolico-concettuale. Proseguendo, il segno in forma di oggetto si spoglia di ogni rimando fattuale ed esistenziale, di comunicazione di un’astrazione o ideazione concettuale e si smaschera nel suo essere “regola” iniziatica.
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Initiatory symbology collects various forms of symbols: those that belong to an ancient tradition and that present themselves as a normalization of the past in a modernized key; those that derive from a pact between the members of the initiatory community and that guarantee the unity of the group, which are synchronized within the group itself; those that have the sense of projection to overcome the gnoseological limits of the group and its members, are traditional but through their character of…Read more
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La simbologia iniziatica raccoglie varie forme di simboli: quelli che appartengono a un’antica tradizione e che si ripresentano come una normalizzazione del passato in chiave modernizzata; quelli che derivano da un patto tra i membri della collettività iniziatica e che garantiscono l’unità del gruppo, che sono sincronici nell’ambito del gruppo stesso; quelli che hanno il senso di proiezione al superamento dei limiti gnoseologici del gruppo e dei suoi membri, sono tradizionali ma mediante il loro…Read more